“Ho aspettato a sufficienza! 5 anni! Senza Harry Potter!” è il pensiero comune di ogni vero Potterhead quando finalmente può stringere fra le mani il biglietto per Animali Fantastici e Dove Trovarli. Harry Potter non è stato solo un film, né una lunga serie di romanzi fantasy: Harry Potter è stato un fenomeno culturale. Ha segnato le vite di milioni di persone. Noi siamo cresciuti grazie a Zia Rowling, che ha saputo immergerci in un mondo di magia e amicizia che ci ha accompagnati dalla nostra infanzia all’adolescenza. Siamo cresciuti assieme ad Harry, Hermione e Ron.

Quante volte abbiamo sfogliato e riletto quei magici libri? Quante ci siamo seduti davanti alla televisione, nascosti sotto le coperte e immersi nel buio, per poter guardare ancora e ancora i nostri episodi preferiti, piangendo ed emozionandoci davanti alle morte dei nostri personaggi preferiti?

Per 15 lunghi anni abbiamo visto le tenebre. Costretti a convivere con l’idea che la storia dei tre maghi fosse finita: niente più Harry Potter, niente più magia nella nostra vita. E poi la Rowling è venuta a bussare alle nostre porte, sorridendoci con in mano la locandina di Animali fantastici dove trovarli. Per usare una sua frase: “La felicità si può trovare anche negli attimi più tenebrosi, se solo qualcuno si ricorda di accendere la luce.”

Cara Zia Rowling, grazie di nuovo per aver acceso la luce.

E ora, mia balbettante bambocciona banda di babbuini, è tempo di recensire questa tanto aspettata pellicola, che abbiamo visto per voi in anteprima allo scoccare della mezzanotte del 17. Signori e signore, Maghi e babbani, Auror e Mangiamorte, ecco a voi la recensione di Animali fantastici e dove trovarli.

Recensione Animali fantastici e dove trovarli

Primo sequel di una pentalogia che vedrà le prossime uscite nel 2018 e 2020, la pellicola diretta da David Yates, regista fra le tante cose delle ultime 4 pellicole del ciclo di Harry Potter, e prima sceneggiatura di Zia Rownling, che si cimenta in questa nuova avventura, narra gli eventi accaduti 70 anni prima della Pietra Filosofale. Eppure, nonostante possa sembrare una storia lontana, questa nuova pellicola è strettamente legata ai tre giovani maghi. Perché? Perché Newt Scamander, il magizoologo protagonista del film interpretato da un eccezionale Eddie Redmayne, altro non è che lo scrittore del libro di testo dove i giovani Maghi di Hogwarts studiano, per l’appunto “Animali fantastici e dove trovarli”.

Ruotiamo il nostro mappamondo e spostiamoci dalla Hogwarts inglese, alla New York del 1926, minacciata da pericoli sempre più crescenti. Qualcosa di magico e misterioso sta avvenendo per le strade della città Americana, portando caos e distruzione, mentre in Europa la sparizione del mago oscuro Gellert Grindelwald desta ulteriore caos e sospetto. E la comunità magica è in pericolo dinnanzi ai No-Mag, i babbani new yorkesi. E in questa atmosfera tesa e disastrosa approda Newt Scamander: lui e la sua magica valigia in pelle. Ma cosa contiene questa? Cosa accadrà quando l’ignaro No-Mag Jacob Kowalski decide di aprire quella fantomatica valigia, liberandovi le creature magiche in essa rinchiuse?

Succede che Yates e Rownling, di nuovo assieme, riescono a dar vita ad una pellicola precisa ed entusiasmante, che seppur priva di quell’atmosfera ormai sentimentale che si era andata ad instaurare fra noi e i tre maghi, eccelle per l’emozione e l’impressione visiva. Animali fantastici e dove trovarli non è un Harry Potter ma è la massima espressione, dal punto di vista emotivo, grafico e di intrattenimento, dell’elemento cardine del ciclo potteriano: la magia.

Ancor più delle pellicole antecedenti, questo primo prequel è l‘apoteosi del fantasy e della magia, espressa in tutte le sue forme: da surreali incantesimi e combattimenti magici frenetici a incredibili creature originali e visivamente pazzesche, il tutto immerso in un’atmosfera New Yorkese retro dai toni spesso umoristici e allegri, sapendo però lasciare spazio anche quelli più tesi e bui. Il picco della suggestiva creatività della Rowling si raggiunge infilandosi nella magica valigia di Newt, all’interno di un varco dimensionale che collega la tradizionale e babbana New York ad un universo di creature fantastiche dai magici poteri e dalle incredibili forme, che Newt salva, studia e protegge, ricreando all’interno della valigia assurdi habitat dove le creature possono vivere in pace.

E’ lì, in quel paradiso magico, che la Rowling emerge con tutta la sua forza espressiva e immaginifica, alla quale noi assistiamo con gli occhi increduli del No-Mag.

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Ammettiamolo: Animali fantastici e dove trovarli doveva confrontarsi con un colosso, con la saga più famosa degli ultimi 20 anni, un confronto da far intimorire la stessa Rowling. Il compito che si presentava davanti a loro era molto simile al compito  che J.J. Abrams si è trovato ad affrontare con Star Wars VII, ma è stato, a mio parere, portato a termine in maniera più intelligente e fresca. Forse il miglior pregio della pellicola è essere stata condotta come un film indipendente, che benché immerso nelle atmosfere del ciclo potteriano, se ne distacca in toto, creando una pellicola completamente diversa, sia per obiettivi che per target.

La tipica traccia da romanzo di formazione è stata infatti abbandonata e questa pellicola non si adatta solo a quei fan più accaniti che hanno ormai consumato le pagine dei libri, ma soprattutto a quelle nuove generazioni di bambini e ragazzi che Harry Potter ancora non lo conoscevano, e a quelle persone che vi hanno trovato difficoltà ad approcciarsi. Animali Fantastici e dove trovarli è puro intrattenimento, una storia narrata con maggiore spensieratezza e un tono più positivo e sognatore, che si presta ad ogni spettatore. Ciò, però, non toglie spazio ad una trattazione di temi più profondi e nascosti, come la realizzazione dei propri sogni, la critica politica ai prestiti bancari rifiutati e agli scontri di mentalità e di cultura con l’Europa, lasciando spazio anche a qualche simpatica frecciatina alla rigidità Americana.

Intelligente, a parer mio, è stata la decisione di affidare a David Yates la regia di questa pellicola, come a voler andare a colpo sicuro. Nonostante la critica non abbia apprezzato eccessivamente la regia di Yates, io la ritengo una degli elementi più riusciti del film, grazie alla precisione e all’equilibro dinamico che riesce a creare. La scelta delle inquadrature è sempre personalmente azzeccata e queste sanno essere particolarmente precise e piacevoli.

E poi, gli effetti speciali. Benché questi siano presenti in quasi ogni istante della pellicola, la scena finale è stata per me un’ipotetica rivale agli effetti speciali di Dottor Strange. Se da una parte ci troviamo potenti immagini oniriche  e assurde, negli ultimi minuti di film si mostrano effetti speciali precisi, frenetici e angoscianti. Personalmente un ottimo lavoro molto apprezzabile.

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Riguardo gli attori, invece, si apre una grande parentesi. Newt Scamander, interpretato da Eddie Redmayne, è essenzialmente perfetto. Attore che indubbiamente farà innamorare le spettatrici che rimarranno incantate dal suo timido sorriso, recita senza la minima sbavatura un personaggio eccentrico, misterioso e per le sue, ma che, nonostante questo, riesce a trascinare gli altri personaggi con sé. Alquanto fastidioso è il parere di chi si erge contro la sua recitazione ritenendo piatta e monotona, perché davvero Redmayne rappresenta a pieno tutte le sfaccettature del personaggio, non solo l’aura di mistero che vi alleggia e la particolare timidezza, ma soprattutto i comportamenti eccentrici e bizzarri. La massima esaltazione si ha nella scena a Central Park, dove si viene a creare una ilarità assurda e strampalata, suscitata non solo dalle azioni dall’Erumpent, la creatura fantastica, ma da quelle di Newt in cerca di attrarla con riti di accoppiamento imbarazzanti.

E a rendere il tutto ancora più ilare è la figura eccezionale del No-Mag Jakob, Dan Fogler, che impersona un buffo impiegato che si trova catapultato in questo mondo di magia e misteri. Anche Queenie, Alison Sudol, maga legilimens invaghita di Jacop risulta piuttosto riuscita e i siparietti comici fra loro risultano piacevoli e divertenti, seppur con una immancabile nota di cliché e già visto.

Infine la co-protagonista Tina, interpretata da Katherine Waterston, sulla quale ho ancora qualche dubbio, forse per una caratterizzazione non troppo accurata. Certamente brava nella recitazione, ma priva, a parer mio, di reale spessore.

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Per quanto però il film sia scandito da una regia precisa e dinamica, una recitazione accurata e divertente, una colonna sonora eccezionale in grado di ambientare al meglio i toni e le atmosfere, la storia rimane elementare e sufficientemente banale, al punto che, fin dal primo istante delle inquadrature, si riuscirà a comprendere quali direzione prenderà il film. E’ purtroppo difficile analizzare la pellicola senza rimanere colpiti dalla terribile prevedibilità della stessa, che culmina con un finale troppo scontato. Sinceramente, dalla Rowling, mi aspettavo una mossa diversa, più profonda e intrigante.

La pellicola ha però un potenziale enorme e per essere la prima dei cinque prequel ha sicuramente mostrato di poter funzionare, e ci scommetto mezza anima che otterrà un successo mondiale ai botteghini.

RASSEGNA PANORAMICA
Regia
Sceneggiatura
Trama
Recitazione
Effetti speciali
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Gianluca Fiamma
Fingo di non aver compiuto trent'anni da un po'. Da oltre dieci anni racconto il mondo nerd ed esploro la cultura POP. Ho studiato narratologia e sceneggiatura e sono un appassionato di giochi da tavolo. Lavoro come blogger e marketer per diverse realtà internazionali.
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