imprese e tecnologia

Si parla sempre più spesso di robottizzazione della manodopera e digitalizzazione dei processi produttivi, ma senza spingerci troppo in là con le fantasticherie basta un software per migliorare il proprio business. La conferma arriva da una ricerca targata Danea Easyfatt, uno dei principali operatori italiani di questo mercato.

Le Pmi in Italia

A livello nazionale, l’apparato produttivo conta all’incirca 4 milioni e 350 mila imprese che possono essere etichettate come PMI (ovvero di dimensione Piccola o Media); andando ancora più a fondo, la stragrande maggioranza è composta dalle microimprese (numero di dipendenti inferiore a 10, il 95% del totale) e dalle piccole imprese (meno di 50 dipendenti), che in molti casi rappresentano la realizzazione personale e professionale di chi ha deciso di di puntare su se stesso, sulle proprie idee e sulla sua passione diventando imprenditore.

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La spina dorsale del mondo produttivo

Da questi dati si comprende come le piccole imprese rappresentino la vera ossatura del nostro sistema produttivo, al di là delle frasi retoriche, visti anche l’importante contributo economico e finanziario che apportano al Paese e l’impatto sul fronte della dotazione di posti di lavoro. Eppure, sempre più spesso questo modello di impresa sembra “destinato” a fallire, a causa di problemi strutturali e di veri e propri errori di valutazione compiuti dagli imprenditori.

Imprese a rischio

Non bastano infatti idee, passione e denaro per far decollare un’idea di business e di sviluppo, e i freddi numeri lo confermano: in media, secondo le ultime elaborazioni si stima che il 20% delle aziende italiane non riesce a superare il terzo anno di vita, mentre 4 su 10 non arrivano al quinto compleanno. In aggiunta ai fattori ambientali e congiunturali che si sono acuiti negli ultimi anni su gran parte del territorio nazionale, a incidere in maniera negativa ci possono essere come accennato anche delle cattive valutazioni da parte del management aziendale.

Il software gestionale aiuta il business

La differenza tra chi si dimostra vincente sul mercato e chi invece cessa la propria attività spesso è sottile: successo e fallimento dipendono infatti da vari dettagli che all’apparenza possono addirittura apparire futili o troppo piccoli. Di recente, ci ha pensato Danea Easyfatt a elencare alcune chiavi positive per chi fa business, a cominciare da un dato molto interessante: il 58% delle PMI vincenti usa un programma gestionale.

Il confine tra successo e fallimento

Questo risultato è stato ricavato da una similare ricerca condotta sui mercati americani e inglesi, destinato a capire quale fosse il modello imprenditoriale capace di resistere e superare la crisi: il segreto, nella maggior parte dei casi, stava proprio nell’impiego di uno strumento gestionale (utilizzato solo dal 14% delle imprese poi fallite), che accompagnava il management in tutte le occorrenze fiscali e non solo.

Supporto alla fiscalità

Trasportando questo importante fattore allo scenario italiano – caratterizzato da una fiscalità più complessa, da un accesso al credito poco agile e soprattutto da una pressione fiscale molto più soffocante rispetto al mondo anglosassone – sembra ancora più evidente come dotarsi di un programma gestionale possa essere un elemento centrale della propria strategia imprenditoriale, per tenere sotto controllo la situazione finanziaria della propria azienda.

Situazione finanziaria sotto controllo

Non meno importante è un altro dato che emerge dallo studio di Danea: in Italia, si calcola che il 70% dei fallimenti abbiano come motivo prioritario problemi finanziari come mancanza di liquidità o difficoltà di accesso al credito. Avere sotto controllo in maniera continua e costante la situazione finanziaria della propria attività, dunque, ha un valore fondamentale per poter proseguire il proprio business senza azzerare gli investimenti e accumulare liquidità improduttiva, anticipando eventuali situazioni critiche e conducendo analisi periodiche della posizione finanziaria aziendale.

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