
Non solo J.R.R.Tolkien, autore del Signore degli anelli e creatore di Arda, ma anche C.S.Lewis, autore delle “Cronache di Narnia”, sembrava condividessero lo stesso odio nei confronti di Walt Disney e delle sue opere.
Ad accomunare due dei più grandi scrittori fantasy di tutti i tempi non è soltanto la grande amicizia che li legava o la comune cattedra, presso l’Università britannica di Oxford, come Professori di letteratura d’Inglese, ma anche l’astio comune verso le opere disneyane.
A riportare la notizia è il portale Atlas obscura che narra come i due amici, in una serata del 1937, anno nel quale Tolkien pubblicava Lo Hobbit, si recarono assieme a vedere il primo film di animazione della Disney, ovvero Biancaneve e i Sette Nani.
E, a quanto pare, non piacque per nulla.
C.S.Lewis, in una lettera del 1939 indirizzata all’amico A.K. Hamilton, scriveva:
“Certamente i nani dovrebbero essere brutti, ma non in questo modo. E la festa jazz dei nani era piuttosto brutta. Suppongo che al povero scemo non sia mai venuto in mente che potessero usare un altro genere di musica. Però tutti i pezzi terrificanti erano ben fatti, e gli animali davvero commoventi, e l’uso delle ombre (dei nani e degli avvoltoi) era davvero geniale. Che cosa ne poteva venire fuori se quest’uomo fosse stato educato o addirittura cresciuto in una società decente?”
Non solo: Lewis più spesso affermò che i volti dei nani fossero stati rappresentati come “gonfi, da ubriachi o comici di bassa lega”.
Nemmeno Tolkien fu colpito positivamente dalla prima pellicola di Walt Disney, della quale apprezzò l’ottima e adorabile realizzazione di Biancaneve mentre disprezzò profondamente la realizzazione dei nani. I due scrittori, infatti, ritenevano che i nani di Walt Disney fossero una grossolana semplificazione di un concetto che ritenevano particolarmente prezioso.
Trish Lambert, uno studente di Tolkien e autore del saggio Biancaneve e Bilbo Baggings: divergenze e somiglianze, scriveva: “Penso che li abbia infastiditi il fatto che stesse rendendo commerciale qualcosa che ritenevano quasi sacrosanto. Stiamo parlando di un arrogante imprenditore americano che ha avuto l’audacia di fare soldi con le fiabe”.
Consideriamo il contesto: il libro di Tolkien Lo Hobbit (uno dei più bei libri fantasy) è stato rilasciato per la prima volta nel Regno Unito nel settembre del 1937, qualche mese prima che la rappresentazione teatrale di Biancaneve uscisse negli Stati Uniti. Entrambe le ore si concentrano su di un gruppo di nani come supporto ai protagonisti, ma non potevano essere più diversi gli uni dagli altri. I nani della Disney sono gioiosi, goffi minatori, secondo la tradizione dei fratelli Grimm; i nani di Tolkien erano una razza mitica e risoluta, nati dai miti Nordici.
“Non è interessante come sia Tolkien che Disney contemporaneamente abbiano creato dei nani che non sono malvagi?” nota Lambert. “Ho fatto delle ricerche nel caso ci potesse essere stata la possibilità di una connessione: ma niente.”
Distanti un oceano e apparentemente indipendenti l’uno dall’altro, due dei più grandi racconta storie del ventesimo secolo hanno avuto un caso di invenzione parallela, anche se non si può dire che Tolkien e Disney non si conoscessero. Ci sono riferimenti poco carini sui cartoni Disney nelle lettere di Tolkien e, secondo Lambert, Tolkien era quasi sicuramente a conoscenza di Biancaneve, prima del suo rilascio. “Non ho nessuna prova di ciò oltre alle cose che Tolkien ha scritto sul conto di Disney in generale, ma sospetto che Biancaneve abbia irritato parecchio Tolkien”, dice.
L’opinione di Tolkien su Disney non è migliorata con il passare degli anni. In un gran numero di lettere, inviate a Lewis, risalenti a dopo l’uscita di Biancaneve, Tolkien si riferisce al lavoro di Walt Disney chiamandolo volgare. Tolkien crede anche che le favole siano state disperatamente infantilizzate, notando nel suo saggio del 1947 Sulle Favole che: “l’associazione dei bambini alle favole è un incidente della nostra storia domestica”.
Anni più tardi, in una lettere del 1964, a Miss. J.L. Curry della Standford University, probabilmente stimolato dalle controversie che circondavano Disney sulla trattazione di Mary Poppins, Tolkien mostrò i suoi veri sentimenti al riguardo di Disney. Descrisse il suo talento come “disperatamente corrotto”, scrivendo che “anche se, nella maggior parte dei fotogrammi provenienti dai suoi Studios, ci sono passaggi ammirabili o affascinanti, l’effetto di tutti loro è per me disgustoso. Alcuni mi hanno persino provocato nausea…”
Continua chiamando Disney “truffatore”, notando che anche lui stesso aveva avuto delle ragioni di profitto dietro il suo lavoro, ma nonostante ciò non si sarebbe mai piegato a lavorare con Disney.
Giusto due anni dopo, Joy Hill, una rappresentante della Allan & Unwin, gli editori di Tolkien, si sono avvicinati ai Disney Studios chiedendovi di trasformare la trilogia dei Signori degli Anelli in un film d’animazione. La Tolkien Companion, ha affermato che questa conversazione è avvenuta senza il permesso di Tolkien.
La relazione tra Tolkien e Lewis è spesso vista in luce delle loro differenze religiose, o dei loro contrasti su argomenti riguardanti Narnia contro La terra di Mezzo. Ma nella loro importante esperienza di recarsi a vedere un film Disney che entrambi odiavano, la loro relazione sembrò meno improntata sul fantasy e più umana.