Nel mondo sempre più vasto e variegato dei giochi da tavolo, spesso ci troviamo di fronte a titoli pensati per grandi gruppi, per serate affollate o per sfide complesse tra più avversari. Ma non sempre abbiamo cinque amici pronti a sedersi al tavolo con noi. A volte siamo in due: una coppia, due amici, genitore e figlio. Ed è proprio in quei momenti che scopriamo quanto sia importante avere a portata di mano giochi pensati espressamente per due giocatori. Non versioni “adattate” maldestramente, ma esperienze nate per essere condivise in due persone, come 7 Wonders Duel e tanti altri ottimi titoli!
In questa nobile schiera si inserisce anche Patchwork, piccolo gioiellino firmato da Uwe Rosenberg, autore tedesco celebre per titoli ben più complessi (Agricola, Le Havre, A Feast for Odin). Con questo titolo, Rosenberg è riuscito a fare qualcosa di sorprendente: creare un gioco semplice, leggero, perfettamente accessibile a tutti e, al contempo, divertente, intelligente e mai banale.
Indice
Informazioni su Patchwork
Anno di uscita: 2014
Numero di giocatori: 2
Età: 8+
Durata media per partita: 15-30 minuti
Difficoltà: bassa
Aleatorietà: assente
Genere: copertura della griglia
Ambientazione: abstract, puzzle
Autore: Uwe Rosenberg
Voto: 8+
Prezzo: 24,99 € da listino
Edito da: Asmodee
- Il patchwork è una forma di...
- In passato era un modo per...
- Creare una trapunta di...
Patchwork ci ha sorpresi: semplice, ma mai noioso
Quando abbiamo aperto la scatola di Patchwork per la prima volta, lo ammettiamo, non ci aspettavamo granché. Le tessere colorate e le illustrazioni che richiamano stoffe, cuciture e bottoni sembrano uscite da un cassetto della nonna. Niente draghi, niente civiltà da fondare, niente guerre epiche. Solo una coperta da cucire. Eppure, già dopo le prime mosse, abbiamo capito che ci stavamo sbagliando.
Patchwork è uno di quei giochi che stupisce per la sua giocabilità: si spiega in pochi secondi, si impara in due minuti e si gioca in mezz’ora. Ma questo non significa che sia superficiale. Anzi. Ogni turno è una piccola scelta da ponderare: quale tessera prendere? Come incastrarla nella mia plancia? E, soprattutto, lascio o non lascio al mio avversario una tessera vantaggiosa?
Il tutto con una meccanica che ricorda vagamente il Tetris, ma che introduce un elemento di strategia a lungo termine che tiene sempre alta l’attenzione.
Meccaniche di gioco: cucire un patchwork non è mai stato così avvincente
Ogni giocatore ha davanti a sé una plancia vuota, una griglia 9×9 che rappresenta la sua coperta in costruzione. Al centro del tavolo viene disposto un percorso circolare con tutte le tessere di stoffa disponibili, una accanto all’altra. Si tratta di pezzi di forme irregolari, esattamente come quelli del Tetris: L, Z, T, quadrati, linee… ognuno con un costo in bottoni (la valuta del gioco) e un costo in tempo (avanzamento sul tracciato temporale).
I due giocatori si sfidano per creare il quilt più completo e redditizio, incastrando le tessere nella propria plancia. Il twist interessante è che non si gioca a turni alterni: è sempre il giocatore più indietro sul tracciato del tempo a muoversi, anche per più turni consecutivi, finché non supera l’avversario.
Al proprio turno, si può:
- Avanzare e guadagnare bottoni (spostandosi fino a superare l’avversario, guadagnando un bottone per ogni spazio avanzato).
- Comprare una delle tre tessere successive al segnalino neutro, posizionandola sulla propria plancia e pagando il costo in bottoni, oltre a far avanzare il proprio segnalino del tempo.
Le tessere sono tutte visibili, ma possono essere prese solo tra le tre successive al marcatore neutro. Questa limitazione aggiunge un livello tattico interessante: si deve sempre considerare non solo quale tessera è migliore per sé, ma anche quale si sta lasciando all’avversario.
Alcune tessere hanno dei bottoni stampati sopra, che fungeranno da “rendita” ogni volta che si superano determinati simboli sul tracciato del tempo. Anche qui: vale la pena investire in una tessera che produce entrate future? O meglio prendere un pezzo che copre più spazio?
Durante la partita ci sono anche delle tessere speciali 1×1 che si possono ottenere passando per primi su determinate caselle del tracciato temporale. Sono poche, ma preziosissime per tappare i buchi che inevitabilmente si formeranno sulla propria coperta.
Alla fine del gioco, si sommano i bottoni rimanenti e si sottraggono due punti per ogni spazio vuoto nella griglia. Chi ha il punteggio più alto vince.
Perché Patchwork funziona così bene
Accessibilità
Patchwork è un gioco veramente per tutti. Si può giocare con bambini dagli 8 anni in su (e anche prima, con un po’ di guida), con adulti, con giocatori esperti in cerca di una partita rilassata, o con neofiti assoluti. Le regole sono chiare, il turno è semplice, le decisioni sono comprensibili. Non c’è testo sulle carte, né effetti speciali da memorizzare.
Strategia leggera, ma presente
Non è un gioco di “calcolo esasperato”, ma le decisioni sono sempre interessanti. Ogni turno si devono valutare forma, costo, tempo e rendita della tessera da acquistare, e soprattutto le ripercussioni future. Vale la pena investire in un pezzo grosso ma costoso? O meglio coprire rapidamente più spazi? Il tempo, poi, è una risorsa: giocare più tessere piccole rallenta l’avanzamento, e questo può concedere più turni consecutivi.
Estetica e materiali
La grafica è semplice ma curata: i colori sono vivaci, le stoffe hanno disegni diversi e piacevoli, il tutto trasmette un senso di calore e manualità. I bottoni come segnalini sono un tocco simpatico, e il formato compatto della scatola lo rende perfetto per viaggi, vacanze o serate improvvisate. Non occupa troppo spazio e si intavola in un attimo.
Durata perfetta
In 30 minuti si completa una partita, e spesso si ha voglia di fare subito la rivincita. È un gioco che si presta benissimo a due o tre partite consecutive, senza mai risultare noioso.
Piccoli difetti? Solo se cerchi profondità estrema
Patchwork è, a tutti gli effetti, un gioco “light”. Se cercate un’esperienza profonda, ricca di variabili e potenzialmente infinita come Twilight Struggle o 7 Wonders Duel potreste trovare Patchwork un po’ troppo lineare. Le partite sono leggere e l’interazione è indiretta (non si può mai rubare direttamente qualcosa all’avversario, ma solo ostacolarlo scegliendo tessere che potrebbero essergli utili).
Se dovessimo consigliare Patchwork a qualcuno, lo faremmo senza esitazione. È uno di quei giochi che si può regalare a chiunque, anche a chi “non gioca mai a giochi da tavolo”. Il tema è accattivante, le regole semplici, le partite veloci. È perfetto per una vacanza in coppia, per passare mezz’ora rilassata prima di cena, o per una pausa caffè più stimolante del solito.
È un gioco che unisce la soddisfazione del puzzle solving con un pizzico di interazione strategica, il tutto in un formato compatto e piacevole.
Recensione spiccia
Questo titolo ci ha davvero sorpresi. Nonostante l’apparenza tranquilla e “domestica”, si è rivelato un titolo brillante, intelligente e soprattutto divertente. Non vuole impressionare con miniature o effetti speciali, ma conquista con il suo ritmo rilassato, le sue decisioni sempre interessanti, e la sua accessibilità universale.
Uwe Rosenberg, con questo piccolo capolavoro, ci ricorda che non serve un regolamento di 40 pagine per creare una grande esperienza.
A volte, bastano ago, filo… e qualche bottone.
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- In passato era un modo per...
- Creare una trapunta di...
