
C’è un genere letterario che profuma di olio combusto, risuona di ingranaggi arrugginiti e brilla sotto la luce dorata del vapore: è lo steampunk, il sogno di un futuro che non è mai esistito ma che, forse, avrebbe potuto cambiare tutto. Nato dall’incrocio tra fantascienza e ucronia, lo steampunk immagina un mondo dove la Rivoluzione Industriale non si è mai fermata, dove la scienza ha preso strade meravigliosamente sbagliate, e dove la tecnologia ha un’anima meccanica e barocca. Un mondo di carrozze semoventi, città verticali, corsetti rinforzati e congegni meravigliosi che sfidano le leggi della fisica e della logica.
Ma lo steampunk non è solo estetica. È anche una lente critica sul nostro presente, un laboratorio narrativo dove l’etica del progresso, le disuguaglianze sociali e i sogni infranti dell’umanità si intrecciano con avventure rocambolesche e invenzioni brillanti. È il genere dei ribelli eleganti, dei viaggiatori temporali, dei visionari che scrivono con penne d’ottone e occhi pieni di futuro.
In questa classifica abbiamo raccolto i libri steampunk più belli di sempre, un viaggio che attraversa secoli e immaginari, mescolando grandi classici della letteratura con opere contemporanee capaci di rinnovare il genere. Dalla Londra fumosa di Verne e Wells alle città mobili di Philip Reeve, dai laboratori segreti di scienziati ribelli alle rovine sonore del nuovo steampunk italiano, preparatevi a entrare in mondi pieni di fuliggine, eleganza e meraviglia.
Serrate le viti, lucidate i monocoli e accendete le caldaie: si parte.
Indice
- 10. Perdido Street Station di China Miéville (2000)
- 9. Soulless di Gail Carriger (Il protettorato del parasole) (2011)
- 8. Boneshaker di Cherie Priest (2009)
- 7. Il depositario dell’eco di Carlotta Martello (2024)
- 6. Macchine mortali di Philip Reeve (2001)
- 5. Trilogia Leviathan di Scott Westerfeld (2009)
- 4. La macchina della realtà di William Gibson e Bruce Sterling (1990)
- 3. La guerra dei mondi di di H. G. Wells (1897)
- 2. La macchina del tempo di H.G. Wells (1895)
- 1. 20.000 Leghe sotto i mari di Jules Verne (1870)
10. Perdido Street Station di China Miéville (2000)
Perdido Street Station è uno dei romanzi che ha ridefinito il genere steampunk. Miéville conia il termine “new weird” per descrivere il suo stile: un miscuglio affascinante di horror lovecraftiano, fantascienza organica e politiche urbane. La città è un organismo vivo, deforme, pericoloso, affascinante. Non c’è nulla di romantico o nostalgico in questo steampunk: è sporco, politico, potente.
9. Soulless di Gail Carriger (Il protettorato del parasole) (2011)
Carriger mescola con eleganza romanticismo, commedia e meccanismi steampunk, con carrozze a vapore, teiere intelligenti e corpetti rinforzati per la battaglia. Lo stile brillante e il worldbuilding eccentrico rendono Soulless una vera chicca per chi cerca un approccio leggero ma ben costruito al genere. Un perfetto esempio di steampunk femminile e frizzante.
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8. Boneshaker di Cherie Priest (2009)
Priest mescola il western con l’horror e lo steampunk, costruendo un mondo originale e vibrante. Boneshaker ha un ritmo cinematografico e una protagonista credibile, forte, determinata. La Seattle fumosa e decadente è uno dei setting più evocativi del genere. Una distopia steampunk ad alta tensione.
- Cherie Priest(Autore)
7. Il depositario dell’eco di Carlotta Martello (2024)
Costretto a collaborare con Astrid e il suo guardiano Alistair, Kyle intraprende un viaggio tra i resti della civiltà perduta, scoprendo una verità sepolta sotto secoli di oblio. Il romanzo offre una miscela riuscita di estetica steampunk, avventura e riflessione sul potere della memoria. L’invenzione narrativa degli “echi” – memorie registrate e trasmesse – dona al romanzo una voce unica nel panorama italiano.
Una lettura coinvolgente, visiva e originale, che dimostra quanto lo steampunk possa ancora sorprendere.
6. Macchine mortali di Philip Reeve (2001)
Con Macchine mortali, Reeve reinventa il concetto di steampunk: non più semplicemente ambientato nel passato alternativo, ma proiettato nel futuro, in una versione deformata della nostra civiltà. Il romanzo è rapido, brillante, pieno di invenzioni visive e concettuali. Le “città predatrici” sono un’idea che vale da sola la lettura. Un romanzo per ragazzi che affascina anche gli adulti.
Peccato per la copertina, ma dovreste trovarlo anche in altre edizioni!
- Reeve, Philip(Autore)
5. Trilogia Leviathan di Scott Westerfeld (2009)
Westerfeld riesce a mescolare avventura, politica, scienza e storia, dando vita a uno steampunk giovane ma sofisticato. Le illustrazioni di Keith Thompson rendono l’universo ancora più vivido. È un mix tra Il castello errante di Howl e Guerre stellari, con dirigibili, animali di laboratorio e giovani eroi irresistibili.
4. La macchina della realtà di William Gibson e Bruce Sterling (1990)
Gibson (il padre del cyberpunk) e Sterling riscrivono la storia con una precisione da storici e una fantasia da visionari. È un romanzo complesso, pieno di riferimenti storici, che richiede attenzione ma ripaga con una delle più solide ucronie mai scritte. Il futuro, qui, è alimentato a vapore. E ha radici molto, molto profonde.
- Gibson, William(Autore)
3. La guerra dei mondi di di H. G. Wells (1897)
Sebbene non sia steampunk nel senso più stretto, La guerra dei mondi ha avuto un’influenza decisiva sull’estetica e sull’immaginario del genere. I tripodi marziani, le armi aliene, l’impatto tra civiltà tecnologicamente asimmetriche in una società ancora vittoriana: tutto è profondamente steampunk.
Wells scrive un romanzo di invasione che è anche una feroce critica al colonialismo, mettendo l’Inghilterra nel ruolo del colonizzato. Le descrizioni dei meccanismi marziani, le città in fiamme, l’impotenza dell’uomo moderno davanti all’ignoto: sono immagini che hanno plasmato il genere, anticipando molte delle sue caratteristiche fondamentali.
2. La macchina del tempo di H.G. Wells (1895)
La macchina del tempo non è soltanto uno dei migliori steampunk mai scritti, è uno dei romanzi più influenti della narrativa fantastica, non solo per aver codificato il concetto di viaggio temporale, ma anche per aver dato forma a una sensibilità estetica e filosofica che oggi riconosciamo come profondamente steampunk. Pubblicato alla fine del XIX secolo, in piena età vittoriana, il romanzo immagina che la scienza – e l’ingegno umano – possano infrangere le barriere del tempo, aprendo una finestra sul destino dell’umanità.
Il protagonista, noto semplicemente come il Viaggiatore del Tempo, costruisce una macchina affascinante: un congegno meccanico complesso, fatto di leve, ottone e pulsanti, azionato da una precisa conoscenza scientifica e da una visione temeraria del progresso. Spingendosi centinaia di migliaia di anni nel futuro, il Viaggiatore approda in un mondo che non ha nulla di utopico: la civiltà si è frantumata in due razze distinte – gli Eloi, esseri fragili, belli ma apatici, e i Morlock, creature sotterranee e predatrici che si nutrono dei primi.
Quella che sembra una storia d’avventura diventa ben presto una riflessione inquietante sull’evoluzione sociale, sull’inerzia culturale e sul destino di una società divisa. Wells utilizza il viaggio nel tempo come specchio deformante per il suo presente, esplorando temi come la lotta di classe, la decadenza e l’oblio.
L’immaginario che costruisce è intriso di elementi oggi imprescindibili nello steampunk: il laboratorio immerso nel fumo, la macchina fatta di ingranaggi scintillanti, l’idea che il progresso scientifico sia tanto una meraviglia quanto un rischio. La macchina del tempo è un classico che, a oltre un secolo di distanza, continua a parlare al lettore moderno con potenza visionaria e profondità filosofica. Un pilastro assoluto per chi ama le distopie rétro, i viaggi impossibili e le domande senza tempo.
1. 20.000 Leghe sotto i mari di Jules Verne (1870)
20.000 leghe sotto i mari non è solo un grande classico della letteratura d’avventura: è il romanzo che ha dato inconsapevolmente origine allo steampunk. Pubblicato nel 1870, quando il progresso scientifico stava trasformando radicalmente la società europea, il libro di Jules Verne immagina una tecnologia che va oltre il suo tempo, ma lo fa con gli occhi di chi viveva nel pieno dell’età del vapore. Ed è proprio questa tensione tra immaginazione e possibilità a rendere l’opera così profondamente steampunk.
Il Nautilus, il leggendario sottomarino del Capitano Nemo, è una meraviglia della tecnica e della fantasia: elegante, sofisticato, alimentato a energia elettrica in un’epoca in cui ancora si discuteva se la corrente fosse altro che una curiosità da laboratorio. È un simbolo di libertà e isolamento, un laboratorio mobile, un’arma e un rifugio. E Nemo è l’archetipo dell’eroe steampunk: scienziato geniale, solitario, ferito dal mondo, in lotta contro un ordine che non può accettare.
Ma non è solo la figura di Nemo a rendere questo romanzo immortale. Verne fonde con maestria la precisione scientifica con l’esotismo dell’avventura, costruendo un viaggio tra le meraviglie abissali dell’oceano che non ha eguali. Dai fondali luminosi popolati da creature misteriose alle città sommerse, dalle battaglie con calamari giganti alle incursioni nelle rovine dell’umanità, ogni capitolo è un’esplorazione non solo geografica, ma anche simbolica.
Il messaggio ecologico, la critica al colonialismo, la tensione etica tra scoperta e distruzione: tutto in 20.000 leghe sotto i mari parla anche al lettore contemporaneo. Ed è per questo che, a più di 150 anni dalla sua uscita, rimane il fondamento non dichiarato dello steampunk. Non c’è libro che abbia ispirato di più l’estetica, i personaggi e le atmosfere del genere.
Chiunque voglia avventurarsi tra ingranaggi, ottone, valvole e vapore, dovrebbe partire da qui. Dal fondo del mare. Dal cuore del Nautilus.