Recensione di Detriti, il libro distopico di Giuliana Leone

Non sono un grande fan del filone distopico più recente, quello degli ultimi 10/15 anni. Per quanto abbia apprezzato Hunger Games per l’intreccio politico e narrativo, storie come Divergent e Maze Runner mi hanno sempre deluso, tanto per la scrittura acerba quanto per la storia vuota ed eccessivamente incentrata su relazioni e combattimenti al limite dell’inverosimile. Con queste premesse ho approcciato Detriti in modo tiepido, non sapendo bene cosa aspettarmi, essendo il primo vero distopico italiano che leggevo (oltre Gordius. Vermi nel cuore). Ora che l’ho finito, posso dire di essere felice per due ragioni: 1. per aver avuto la fortuna, e il piacere, di leggerlo; 2. per il fatto che sia stato scritto da un’italiana capacissima e talentuosa che sono sicuro ci darà tante altre soddisfazioni!

Detriti, infatti, è una distopia pura che deve molto ai classici del genere, soprattutto a 1984 e Fahrenheit 451 (al quale, secondo me, l’autrice si ispira molto anche per lo stile di scrittura), ma che strizza l’occhio a tantissime opere distopiche anche più recenti, come The Giver e Black Mirror (un episodio specifico lo riconoscerete sicuramente durante la lettura). L’autrice è però riuscita a selezionare e amalgamare tutti questi input dando vita a una storia dal sapore fresco e originale e dalla grande profondità, un’avventura tanto intima quanto sociale che riesce a mostrarci il meglio di questo genere, portandoci a riflettere, emozionare e sperare.

Detriti è una distopia potente e riuscitissima, e ora cercherò di spiegarvi perché.

Detriti - La distopia che non ti lascerà incolume
  • Una distopia emozionante tutta...
  • Una scrittura efficace,...
  • Una storia che non lascerà...

La trama

Dopo la terza guerra mondiale, le uniche persone a essere sopravissute sono quelle che abitano a Opima, una città-stato perfetta regolata dall’Ordine, un insieme di regole estremamente rigide necessarie a evitare che la persone si trasformino in bruti e portino, quindi, alla fine dell’umanità. Seppur le intenzioni di Opima (evitare conflitti e garantire una società perfetta) fossero buone, l’Ordine ha di fatto bandito il libero arbitrio per riuscire nell’intento. Le uniche famiglie esistenti sono i Nuclei, gruppi compositi da due adulti dello stesso sesso e un figlio che vengono assemblati rispetto ai punti che gli abitanti raccolgono durante la vita. A Opima le persone non possono guardarsi negli occhi, non possono avere pulsioni sessuali, non possono scegliere il proprio compagno di vita, non possono scegliere dove vivere, ecc. Inoltre, gli abitanti di opima sono obbligati ad assumere i Regolatori, dei farmaci che impediscono alle persone di provare emozioni. Oltre a questo, sono obbligati a notificare ogni loro spostamento e le ragioni di questi.

Evie, però, ha qualcosa che non va. In lei i Regolatori non funzionano come dovrebbero e le emozioni spesso emergono più del dovuto. Per nasconderle, la protagonista è corsa all’autolesionismo, che l’aiuta a contenere la propria emotività e nascondere le emozioni. Tutto ciò che le interessa è essere una brava cittadina, ottenere un buon punteggio ed essere assegnata, in base a questo, ad una buona zona della città e ad una compagna per creare un nuovo Nucleo.

Quando Evie infrange una delle leggi dell’Ordine e guarda, per pochi secondi, una persona negli occhi, le sue certezze e convinzioni iniziano a essere messe in discussione. A darle il colpo di grazia sarà la scoperta del Ghetto, un luogo dove sono si sono raccolte tutte le persone che non sono state in grado di conformarsi alla società. Venuta a conoscenza di due modi completamente diversi in cui vivere, Evie dovrà capire quale dei due sia giusto per lei.

Ma il percorso per farlo non sarà affatto semplice.

Evie: protagonista e narratrice

Copertina Detriti libro distopicoMolto interessante risulta la scelta dell’autrice di narrare la storia attraverso gli occhi di Genevieve, la protagonista del romanzo. Ogni evento e ogni dettaglio viene filtrato e arricchito dalla consapevolezza di questa ragazza spezzata che, passo dopo passo, cercherà di trovare i pezzi che le mancavano e la consapevolezza per riunirli nel modo corretto. Grazie alla narrazione in prima persona, i lettori imparano a conoscere Evie in modo intimo e preciso e, allo stesso modo, sperimentano sulla loro stessa pelle ciò che succede alla ragazza. Le emozioni e i traumi che subisce sono facilmente scambiati al lettore grazie a questa narrazione.

Evie, inoltre, dimostra per l’ennesima volta la grande capacità tecnica di Giuliana e lo studio che hanno preceduto la strutturazione e scrittura di questo romanzo. La protagonista è infatti un esempio perfetto e preciso dell’arco di trasformazione del personaggio. E questo il lettore lo percepisce in modo vivido, perché Evie cambia, cresce, soffre, si trasforma, evolve. Detriti è innanzitutto un romanzo di formazione, un modo per raccontare come una succube dell’Ordine può riappropriarsi di sé e della libertà. Il percorso, però, è tutt’altro che semplice.

La recensione tecnica del libro

Detriti è tanto una storia emozionante e splendidamente intrecciata (nella sua assoluta linearità) quanto un apprezzatissimo esercizio di stile. L’autrice, infatti, non sbaglia una virgola, non sbaglia uno spazio. Ogni singola parola è pensata, dosata e inserita al momento giusto e nella posizione giusta. Giuliana scrive e racconta in modo sublime e lo fa con una grandissima maturità. Il libro si beve. È veloce, scorrevole, fresco e ben costruito.

Prendiamoci un attimo per parlare anche dell’edizione. Detriti è stato pubblicato da Lumien il 26 maggio in formato brossura con alette. La copertina è magnifica e credo sia riuscita ad inquadrare ala perfezione l’atmosfera e il cuore di questo romanzo. Forse avrei preferito qualcosa di un po’ meno “young adult”, per raggiungere un target più ampio, ma va benissimo così. Ho invece adorato l’impaginazione: semplicemente magnifica.

Una distopia che esplora tante tematiche profonde

La distopia rientra nella fantascienza in quanto genere speculativo. Quello che fa un distopico è raccontare una realtà possibile e verosimile in cui cambiamenti sociali, biologici, chimici o morali hanno cambiato l’assetto della società, per darci modo di riflettere e osservare il mondo con uno sguardo diverso. Questo è esattamente quello che fa Detriti, che attraverso gli occhi di Evie ci racconta davvero cosa sia la libertà e quanto sia giusto, o meno, sacrificarla per il bene dell’ordine.

L’autrice, attraverso la sua storia, approfondisce ogni tipo di libertà. Molto interessanti sono anche i dialoghi in merito alla necessità di garantire la libertà degli altri e di rispettarla: un messaggio stupendo! Giuliana Leone, però, racconta tante altre tematiche attuali e profonde: l’autolesionismo, l’ansia sociale, il senso di inadeguatezza, la disabilità e i disturbi mentali.

Detriti racconta anche le tematiche LGBTQIA+ e ne difende i diritti in modo perfetto, in uno dei modi migliori in cui mi sia imbattuto: con estrema naturalezza! Nessuno si stupisce della presenza di personaggi omosessuali, nessuno li giudica, nessuno li critica: perché appartenere a questa comunità non cambia niente. L’amore è sempre amore, in ogni sua forma, e molti personaggi LGBTQIA+ di questo libro ce lo mostreranno in modo tanto dolce ed empatico quanto potente e coinvolgente.

L’amore in Detriti

Come in gran parte delle distopie, in Detriti è presente una dolcissima e potente storia d’amore, del tutto diversa, però, da quella che potreste aspettarvi da un libro simile. Nessun enemy to lover, nessun triangolo amoroso, nessun forced proximity (non proprio, almeno). In Detriti coesistono diversi tipi di amore: l’amore per la famiglia, l’amore per gli amici, l’amore per la libertà, e l’amore di coppia. Tutti vengono affrontati in modo reale e credibile e le emozioni scaturiscono in modo forte tanto dalle parole quanto dai gesti e della azioni dei personaggi.

E sì, anche Evie si innamora, ma da questo punto di vista ci troviamo in un sofferto slow burn che, una volta conosciuti i personaggi e il contesto in cui vivono, non possiamo non ritenere la scelta più giusta, nonostante sia proprio uno sguardo di Evie ad avviare gran parte dei meccanismi mentali e dei ragionamenti che la porteranno a guardarsi intorno in modo differente.

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La recensione in sintesi

Per concludere, Detriti è una distopia affascinante, ragionata e travolgente scritta da una penna capacissima e piena di talento, una penna che siamo sicuri si farà notare molto in futuro! Detriti è un libro che consiglio a chiunque di leggere: a chi ha adorato i libri distopici del 900′, a chi ha amato la distopia più moderna e a chiunque sia alla ricerca di una storia che gli si appicchi addosso, una storia emozionante che lo scuota e che ne tocchi le corde più sensibili del cuore.

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Gianluca Fiamma
Fingo di non aver compiuto trent'anni da un po'. Da oltre dieci anni racconto il mondo nerd ed esploro la cultura POP. Ho studiato narratologia e sceneggiatura e sono un appassionato di giochi da tavolo. Lavoro come blogger e marketer per diverse realtà internazionali.
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