Sette minuti dopo la mezzanotte libro

I libri possono tantissime cose. Possono insegnare, raccontare, far riflettere, crescere, cambiare. Quelli di narrativa, però, devono fare soprattutto due cose: emozionare e incollare il lettore alle proprie pagine. Un buon libro deve saper catturare, deve parlare al cuore, alla parte più intima di noi, e farsi divorare. Quando abbiamo fra le mani un libro dobbiamo sentire il bisogno fisico di continuare a leggerlo, anche quando gli occhi non sono altro che una fessura e mancano poche ore all’alba. Un buon libro ci fa domandare come proseguirà, cosa vuole raccontarci e cosa lo scrittore sta cercando di farci capire. Ce lo farà domandare nelle ore più diverse della giornata, anche quando la lettura sembrerebbe essere il nostro ultimo problema. Questo è esattamente quello che fa Sette minuti dopo la mezzanotte, uno libro per ragazzi fra i più belli che si possano leggere a qualsiasi età.

Scritto da Patrick Ness, a partire da un’idea di Siobhan Dowd, morta prima di riuscire a dare forma alla storia, e illustrato da Jim Kay, la cui esperienza in un giardino botanico imprime ai disegni un sapore ancora più sincero, è ritenuto uno degli esempi più belli di narrativa per bambini. Numerosi sono i premi che ha vinto, come i riconoscimenti di altri grandi autori, tra cui Philip Pullman, tutti assolutamente meritati.

La trama si sviluppa a partire dall’esperienza personale dell’autrice, che la concepì quando era malata terminale di cancro. Sette minuti dopo la mezzanotte (A Monster Calls) racconta di Conor O’Malley, un ragazzo di tredici anni tormentato dall’Incubo. Conor vive metà della giornata ad affrontare i bulli che lo tormentano a scuola, mentre l’altra ad occuparsi della madre, la quale sta affrontando l’ennesimo ciclo di chemioterapia. Isolato e tremendamente solo, rimane sorpreso quando, ad ogni sette minuti dalla mezzanotte, l’enorme tasso che vede oltre la finestra prende vita, trasformandosi in un mostro che lo raggiunge ovunque si trovi.

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Conor, però, non ne rimane spaventato. È l’Incubo a terrorizzarlo, non quel mostro di rami e foglie. Lo stesso mostro rimane incuriosito da ciò e gli spiega che è stato proprio lui a chiamarlo. Gli spiega che è lì per raccontagli tre storie vere, tre storie che l’hanno fatto muovere prima che Conor lo chiamasse. Poi, quando le avrà raccontate, toccherà a Conor raccontare la sua storia, la sua Verità. E se non dovesse farlo, il mostro lo mangerebbe.

Ma perché l’albero continua a raccontargli stupide storie? Perché dice che l’ha chiamato? Cosa vuole da lui? Conor non lo sa, o forse cerca di nasconderlo. Forse teme quella Verità che il mostro vuole che gli racconti. Teme l’Incubo, quello che ogni sera lo sorprende: lo teme più di ogni altra cosa.

E il lettore lo percepisce. Quando si sfogliano le pagine di questo libro fantasy ci si pone le stesse domande di Conor. Si vuole capire perché l’albero è lì e come quelle storie possano aiutarlo. Le pagine vengono divorate e il dolore del giovane Conor si fa strada dentro di noi. La difficile situazione familiare, la solitudine, il bullismo. Ad ogni pagina il carico emotivo si fa più pesante, e quasi non ce la si fa più. Ci si immedesima in lui, e si ha paura.

Fino alle ultime pagine ci chiediamo quale sia l’Incubo, cosa possa spaventarlo più della morte della madre. E quando Conor racconta la sua verità, così evidente ai nostri occhi come ai suoi, seppur sempre celata, un dolore ci stringe il petto, e trattenere le lacrime è impossibile. Le ultime pagine sono difficile da leggere, perché fanno male, come solo un buon libro sa fare. Sono parole terribili per la loro durezza e realtà, parole che scavano nel profondo e che ci raccontano.

Sette minuti dopo la mezzanotte è un racconto splendido, un capolavoro della narrativa per ragazzi, un affascinante ritratto delle difficoltà personali legate ad una situazione così dura raccontata in modo intelligente e fresco, sfruttando alla perfezione l’elemento low fantasy.

E un po’ viene da rattristarsi sapendo che Siobhan Dowd non potrà mai leggere la bellezza del libro che lei stessa ha ideato, né goderne il successo, ma non si può che essere felici della fortuna che abbiamo noi a poterne leggere le pagine.

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Gianluca Fiamma
Fingo di non aver compiuto trent'anni da un po'. Da oltre dieci anni racconto il mondo nerd ed esploro la cultura POP. Ho studiato narratologia e sceneggiatura e sono un appassionato di giochi da tavolo. Lavoro come blogger e marketer per diverse realtà internazionali.

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