Fate - The Winx Saga

Per milioni di bambini, Winx Club è stato un appuntamento quotidiano dal 2004 al 2014. negli anni passati, il cartone animato creato da Iginio Straffi ha riscosso un successo enorme, trasformandosi in un noto franchise tradotto in più di 150 lingue. Conscio di questo e delle grandi potenzialità del marchio, Netflix ha colto sapientemente l’occasione di rinfrescalo portandolo di nuovo sugli schermi indirizzandolo, questa volta, ad un pubblico adolescente. Prende così vita Fate – The Winx Saga, teen drama supernatural prodotto da Netflix e basata sulle italianissime Winx.

Fin dai primi momenti la serie ha suscitato un grande interesse e, come per la maggior parte delle operazioni marketing di Netflix (basate sul “purché se ne parli”), numerose polemiche e critiche (tra cui quella di whitewashing) sono state rivolte alla scelte della produzione e degli sceneggiatori. La mancanza delle Winx più amate, ad esempio, come Flora (che, forse, vedremo nella seconda stagione) e Tecna, hanno accesso gli animi dei tantissimi fan, preoccupati dalla possibilità che la serie potesse prendere una piega completamente diversa da quella del cartone animato.

E così è stato, giustamente. Fate – The Winx Saga non si rivolge più ai bambini ma ad un target Young Adult, dai 14 anni in su, e questo non poteva che comportare alcuni cambiamenti, principalmente legati alla struttura e ai temi della serie.

Bloom Fate The Winx Saga

The Winx Saga è soltanto ispirata al vecchio cartone, dal quale prende l’idea di base e le ambientazioni per creare qualcosa di nuovo e più in linea con i trend attuali, per quanto questo finisca per sfociare in una serie dal sapore stantio che nulla ha da raccontare, come tutti i teen drama mal riusciti di Netflix (Riverdale, Locke & Key, Le Terrificanti avventure di Sabrina e Elite). La storia stessa muta e si trasforma fin dai primi minuti.

In Fate – The Winx Saga, Bloom, una fata cresciuta nel mondo degli esseri umani e che nasconde in grembo un potere tanto grande quanto il mistero della sua nascita, fa il suo ingresso ad Alfea, scuola per Fate di Solaria. Qui avrà modo di conoscere Sky, uno specialista, e le sue nuove compagne di stanza: Stella, fata della luce e principessa ereditaria di Solaria; Terra, la fata delle piante; Musa, la fata dell’empatia; e Aisha, la fata dell’acqua. Durante i primi giorni di scuola, Bloom scoprirà di essere una changeling, una fata scambiata alla nascita con una bambina umana, e inizierà un percorso irruento alla ricerca della verità. Questo la porterà ad affrontare avversari dentro e fuori la scuola e a subire un percorso di crescita e introspezione, assieme alle altre compagne, per affrontare i propri scheletri nell’armadio e le proprie debolezze.

Cambiare tutto per non cambiare niente

Ma la trama non è che il primo basilare grande allontanamento dal cartone animato. Musa non è più orientale ed è ora una fata empatica; Aisha controlla l’acqua; Stella domina la luce e i suoi effetti. Fra i cambiamenti più evidenti vi è la scelta di introdurre Terra, fata della Terra in sovrappeso, una scelta coraggiosa che mostra ancora una volta gli intenti di Netflix di produrre titoli progressisti e LGBT+, come dimostrato anche dalla presenza di personaggi omosessuali e bisessuali.

Stella Fate The Winx Saga

A The Winx Saga sono stati aggiunti dei nuovi cattivi, avversari reali e crudeli in grado di far impallidire le atmosfere del cartone. I Bruciati sono nemici pericolosi, e ancor più le streghe che li comandano. Cambiano anche gli specialisti, forse l’elemento gestito in modo peggiore dagli autori. Se nel cartone questi si allenavano a Fonterossa e utilizzavano un vasto repertorio di armi magiche, qui si addestrano alla stessa scuola delle fate con semplici spade e armi bianche. Il loro apporto alla difesa di Solaria è messo in discussione fin dai primi episodi, dai quali si denota la loro completa inutilità ad affrontare ogni tipo di minaccia, dove un intero battaglione con alcuni dei migliori soldati viene sconfitto da un Bruciato, benché una fata del primo anno riesca a vincerlo praticamente da sola. Durante il resto della serie il divario fra fate e specialisti aumenta sempre di più, raggiungendo livelli ridicoli. Questa grave problematica a livello di scrittura potrebbe essere stata “costretta” dal budget ridotto della prima stagione, il quale non ha concesso agli autori di creare armi magiche agli specialisti, elemento che spiegherebbe anche l’assenza di Tecna dal gruppo di Winx.

La sceneggiatura presenta, nell’arco della serie, un numero di sviste e incoerenze imperdonabili che minano seriamente la capacità di godersi la serie. Esempio lampante ne è il primo combattimento di gruppo delle Winx, durante il quale Bloom grida ad Aisha di utilizzare il suo potere. Nulla di male se Bloom non stesse utilizzando la magia del fuoco. Aisha, quindi, non fa che spegnere le fiamme, rendendo gli sforzi della fata inutili. Questo, però, non ha fermato gli sceneggiatori dal mostrare il Bruciato vinto da questa “geniale” strategia.

Ancora una volta si percepisce un eccessivo sforzo della produzione nel voler per forza introdurre temi legati all’area LGBT+ non perché sia naturale e giusto farlo ma perché si è costretti a farlo. E così temi delicati ma anche molto preziosi vengono trattati con superficialità e disinteresse. Punto a favore, invece, per la gestione del tema del “body shaming” e dell’obesità, gestito in modo piacevole dal personaggio di Terra.

Musa e Sam The Winx Saga

Fra i punti di merito della serie figura Musa, fata della mente interpretato da Elisha Applebaum. Gli autori sono stati in grado di creare uno dei personaggi più belli e meglio riusciti che una serie teen avesse mai visto. I nuovi poteri, interessanti e affascinanti, sono custoditi da una fata sfaccettata, ben caratterizzata e dalla personalità coerente con l’età. Viene quindi da chiedersi per quale ragione i restanti personaggi siano caratterizzati in modo così dozzinale e stereotipato, benché le capacità di far bei personaggi vi siano. Da apprezzare, comunque, il conflitto interno di ognuno dei personaggi femminili, che li porterà a subire un minimo percorso di crescita. Di qualità anche la loro recitazione, molto superiore alle solite esclusive Netflix e ai tipici prodotti teen.

Questo non accade invece per i personaggi maschili, i quali sono abbandonati a sé stessi e privi di una qualsivoglia caratterizzazione o storia passata. Sky e Riven, infatti, sono dei bambolotti stereotipati, personaggi privi di caratterizzazione e spessore per i quali è impossibile enfatizzare. Non parliamo, poi, del personaggio di Dave, il quale sembra scritto da tre persone diverse. E se gli autori si sono sforzati per rendere le Winx dei personaggi più reali, con aspetti che si discostino dalle tipiche reginette del ballo, la stessa cosa non viene fatta per i personaggi maschili, interpretati da ragazzi bellocci.

Gli effetti speciali infine non eccellono. Per quanto riescano a creare magie e poteri emozionanti da vedere, scadono proprio nel momento di maggior climax della serie, rendendo pietosa la scena potenzialmente più potente della serie.

RASSEGNA PANORAMICA
Storia
Sceneggiatura
Personaggi
Recitazione
Fotografia
Effetti speciali
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Gianluca Fiamma
Fingo di non aver compiuto trent'anni da un po'. Da oltre dieci anni racconto il mondo nerd ed esploro la cultura POP. Ho studiato narratologia e sceneggiatura e sono un appassionato di giochi da tavolo. Lavoro come blogger e marketer per diverse realtà internazionali.
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