Protocollo Uchronia recensione

«Singolarità?»

«Il termine indica tante cose, a seconda del campo di studi, ma noi chiamiamo Singolarità il punto in cui tutte le potenzialità si fondono e avviene il salto evolutivo. L’insieme delle potenzialità della materia molecolare e dell’energia unite in una Singolarità hanno prodotto la vita. La vita ha poi prodotto l’anima. Con i suoi studi, comprendendo il funzionamento biochimico dell’anima, passeremo allo step successivo.»

«La digitalizzazione dell’anima?» Rebecca mantenne un’aria scettica.

«Sì, dottoressa.»

Questo è lo scambio di battute che troviamo sul retro della copertina di Protocollo Uchronia, libro di fantascienza distopico/ucronico di Nikolas Dau Bennasib, finalista al Premio Urania 2021, e edito Lumien nella collana Zenit, dedicata alla fantascienza italiana. Un dialogo che ci racconta in modo efficace una delle principali tematiche del romanzo, ovvero la digitalizzazione dell’anima, la sua virtualizzazione. Una delle prime percezioni che abbiamo leggendo il romanzo è, infatti, quello di trovarci in una puntata di Black Mirror, una di quelle ben scritte, delle prime stagioni. Il lettore percepisce subito che gli spunti tecnologici e l’ambientazione futurista, credibile e vicina a noi dal punto di vista temporale, offrono delle validissime opportunità per raccontare una storia legata a temi più sociali, morali, psicologici e filosofici, a tratti anche religiosi. La tecnologia rappresenta un futuro prossimo, una piega della società credibile: qualcosa che, a breve, potrebbe avvenire davvero. Questo è forse l’elemento di fondo più vincente, quello che permette di creare un’atmosfera angosciante e porsi delle domande obbligate davanti ai dialoghi e alle scene che si incontrano nel libro. È la stessa percezione che abbiamo con Black Mirror, con 1984 e con tutta quella narrativa fantascientifica intelligente e ben pensata, oltre che ben scritta.

La trama

Protocollo Uchronia libro fantascienzaProtocollo Uchronia, per quanto racconti un’unica storia, è sviluppato su tre differenti linee temporali, destinate a incontrarsi e influenzarsi vicendevolmente. Inizialmente incontriamo Adam e Eve, due personaggi all’interno di Zoe, una realtà virtuale nella quale stanno cercando di riscrivere la storia e di individuare quello che potrebbe essere il migliore dei mondi. I loro tentativi, però, sembrano fin da subito messi in difficoltà da un bug della simulazione, che sembra aver cancellato i progressi di anni di lavoro.

Nel capitolo successivo incontriamo, invece, Klaus, una guardia svizzera, una suora e… il Papa. Il lettore segue l’insolito trio fuggire da Roma e dal Vaticano, città sconvolte dalle rivolte e sommosse del 2099. Reti informatiche e telefoniche sono saltate da parecchi giorni e il blackout delle connessioni ha fatto sprofondare l’intera società nell’anarchia.

La terza linea temporale inizia ai giorni nostri, ma a Parigi. Qui facciamo la conoscenza della geniale dottoressa Rebecca Du Puit e di Jacob, figlio paraplegico nonché ragione alla quale Rebecca sta dedicando le sue ricerche.

Come evolve la storia

Durante la lettura di questo splendido libro comprendiamo sempre più come le tre linee temporali siano interconnesse fra di loro, anche grazie ai numerosi indizi che il lettore sparge fra le pagine. Da una parte Adam e Eve continueranno, fino alla fine, a combattere l’anomalia e a costruire il migliore dei mondi attraverso piccoli interventi nella storia, in modo tale da suggerirne uno sviluppo più roseo. Klaus e il Papa, invece, presto smetteranno di essere fuggitivi e si trasformeranno in preziose pedine che una società religiosa vuole utilizzare per comprendere le ragioni del blackout del 2099. Si troveranno così invischiati in un’indagine che li porterà proprio nel cuore di Roma. Infine Rebecca passerà ogni giorno della sua vita nel tentativo di fare qualcosa di buono per suo figlio, nella speranza di riuscire a farlo camminare di nuovo, anche se soltanto in una realtà virtuale. Alcuni terribili imprevisti, però, la porteranno velocemente a perdere tutto e, ben presto, le sue ricerche prenderanno una piega molto strana.

La recensione di Protocollo Uchronia

Questo è un libro che non ti aspetti. Puoi leggerne il prologo, la quarta, le citazioni, studiarne la copertina, leggerne le recensioni, ma comunque non riuscirai a fartene un’idea. Questo perché il libro è un viaggio, un’incredibile esperienza di lettura architettata davvero finemente. Ogni elemento si incastra alla perfezione in un puzzle la cui trama principale è incredibile, avvincente e estremamente originale, mentre i filoni secondari sono ricchi di spunti e riflessioni morali, transumaniste e avanguardiste che ti faranno pensare per giorni. Protocollo Uchronia fa parte di quegli esempi di fantascienza intelligenti e ben scritti che superano la categorizzazione di genere. È un libro stupendo, ricco di tensione e di cliffanger folgoranti che mantengono l’attenzione del lettore sempre altissima, il quale si trova costretto a proseguire la lettura e a capire come finirà.

L’autore vi ha riversato tutte le sue conoscenze filosofiche e storiche, creando una storia complessa inattaccabile. È un libro incredibilmente maturo, che difficilmente ci si aspetterebbe da uno scrittore emergente. Un libro destinato a far parlare di sé, e a rimanere a lungo. Protocollo Uchronia fa parte di quelle storie che ti rimangono addosso, di quei libri belli che ti fanno pensare e ti creano un’angoscia esistenziale.

È un libro scritto splendidamente, che dovreste leggere per forza!

RASSEGNA PANORAMICA
Trama
Personaggi
Scrittura
Storia
Ambientazione
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Gianluca Fiamma
Fingo di non aver compiuto trent'anni da un po'. Da oltre dieci anni racconto il mondo nerd ed esploro la cultura POP. Ho studiato narratologia e sceneggiatura e sono un appassionato di giochi da tavolo. Lavoro come blogger e marketer per diverse realtà internazionali.
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