Anime dall’enorme potenziale, ahimè sprecato, Tokyo Ghoul risulta essere una copia mal riuscita di Kiseiju – L’Ospite Indesiderato, uno shonen dai toni gore che però lascia poco o nulla allo spettatore.
Anime tra i più sopravvalutati degli ultimi anni, è riuscito a farsi strada grazie al tipico protagonista inizialmente sfigato e poi immancabilmente trasformato in badass, alle numerose scene sanguinolenti e sadiche, che caratterizzano l’anime come di genere horror/gore, e personaggi particolari tanto nell’aspetto quanto nel carattere, benché tremendamente piatti nella loro follia.
La trama
Tokyo Ghoul è ambientato nella Tokyo odierno, dove sono comparsi i Ghoul, esseri terrificanti dalle sembianze umane che uccidono e divorano gli esseri umani. Ken Kaneki, timido e asociale protagonista, viene sedotto da una delle ghoul più potenti e sadiche, Rysa, che muore in un incidente mentre cerca di divorarlo. Per salvare la vita a Kaneki, anch’esso rimasto ferito durante l’incidente, trapiantano gli organi della Ghoul nel corpo del giovane, che diviene così un mezzo ghoul e un mezzo umano.
La recensione di Tokyo Ghoul
L’intera prima stagione è dedicata all’approfondimento della duplice realtà di Kaneki, al suo attaccamento alla realtà umana e al rifiuto di uccidere e mangiare esseri umani. Sui Ishida, scrittrice e disegnatrice del manga, sfrutta la duplice natura del protagonista per evidenziare come il muro che divide bene e male sia in realtà un velo sottile e fragile, e che spesso non si può comprendere cosa sia giusto e cosa sbagliato.
Sono malvagi i Ghoul, che per loro natura sono costretti ad uccidere e nutrirsi di esseri umani, o son malvagi gli umani stessi, che uccidono e sterminano senza pietà i ghoul? O forse, parafrasando le parole di Kaneki, è il mondo stesso a essere ingiusto, sbagliato?
A queste riflessioni vengono accostate scene di combattimento frenetiche e sanguinolenti, rese visivamente più accattivanti grazie alle “kagune”, organi predatori dei ghoul che utilizzano come arma.
Inizialmente si vengono a porre le basi per un interessante seinen psicologico che vada a narrare le turbe mentali di Kaneki, costretto alla follia dalla fame, ma presto l’aspetto introspettivo e psicologico viene abbandonato, trasformando l’anime da possibile seinen intrigante a noioso battle shonen.
Questo è ancor più evidente nella seconda stagione, la quale è contraddistinta da un ritmo lento e noioso, scene piatte e sceneggiatura immancabilmente superficiale e ricca di interrogativi snobbati ed elementi posti a caso, privi di alcuna spiegazione.
Dopo uno splendido finale di stagione, Tokyo Ghoul si trasforma in un pessimo anime shonen contraddistinto da continui power-up del protagonista e scene senza senso o prive di spiegazioni. Un continuo susseguirsi di eventi privi di alcun interesse.
Il reparto tecnico risulta essere quasi imbarazzante, a causa di animazioni e regia sincopate e mal gestite. Salvo il dodicesimo episodio, il più riuscito dell’intero anime, sia dal punto di vista tecnico che della sceneggiatura, le animazioni risultano essere piuttosto mediocri, benché lacune scene siano rese veramente bene dal punto di vista visivo.
Gran pecca dell’anime è la presenza di personaggi piatti, tremendamente noiosi e spesso ininfluenti nella trama. Nessun personaggio è dotato di una caratterizzazione interessante e neppure Kaneki, il protagonista, è ben sfruttato.
In sintesi Tokyo Ghoul è un anime piuttosto mediocre, con una prima stagione che inizia con spunti intriganti e interessanti perdendosi sempre di più, fino ad arrivare ad una seconda stagione priva di qualsiasi pregio.
Voto finale: 6+
Consigliato? No. Piuttosto guardatevi Kiseiju – L’Ospite Indesiderato
Le prime due stagioni sono molto belle a mio parere. sinceramente non mi sembra una copia mal riuscita di Kiseiju.Inoltre i ghoul sono creature esistenti nel mondo fantasy da molto tempo.
Ciao Ercalin 🙂
Ovviamente le recensioni “lasciano il tempo che trovano”. Questo è il mio personale parere sulla serie, che per me è molto sopravvalutata.
Se a te piace meglio così 😀