Con un po’ di ritardo e molta disillusione, ieri mi sono guardata il sequel di “Alla ricerca di Nemo“. Solitamente i secondi capitoli prodotti dalla Disney Pixar – ma anche dalla Disney – non riescono mai a raggiungere l’apprezzamento riscosso dai primi film.

Per quanto riguarda “Alla ricerca di Dory“, invece, devo dire che siamo ben oltre l’avventura nell’oceano precedente. Ho trovato il film mille volte più bello, facile da seguire, coinvolgente e divertente. Il tutto senza tralasciare gli aspetti importanti della trama e le tematiche già conosciute.

Per saperne di più, vi lascio la mia recensione!

Trama

Dopo un piccolo flashback fatto per introdurci a cosa vedremo in questo capitolo, la storia comincia con una gita scolastica.

Dory decide di fare da assistente al maestro Razza e, durante una discussione con gli allievi, si ricorda di avere dei genitori e di averli persi tanto tempo fa, a causa della sua malattia che l’aveva portata lontano.

Partono così, Dory, Nemo e Marlin, in un viaggio nell’oceano per raggiungere il Parco Oceanografico della California.

Si ritroveranno ad affrontare molte difficoltà e litigi lungo il viaggio, che spesso finiranno per separare Nemo e Marlin da Dory e viceversa, costringendo i tre ad allontanarsi dallo scopo principale e ad imbattersi in altri personaggi. Questi sono sia nuove conoscenze nella vita di Dory, che vecchie. La pesciolina chirurgo, infatti, ritroverà i pezzi nascosti della sua infanzia, riuscendo, alla fine, a ricongiungersi con tutti i suoi cari.

Recensione di Alla Ricerca di Dory

La prima cosa che salta all’occhio è la grafica, che è nettamente migliore rispetto a quella del film precedente. Basti pensare che, per la realizzazione del polipo Hank – un nuovo personaggio – ci sono voluti due anni di lavoro e uno solo per la creazione di una scena in cui afferra un barattolo contenente Dory.

E vogliamo parlare dei colori? Incredibili.

I personaggi

Contrariamente a quanto ci si possa aspettare, Marlin e Nemo non hanno subito importanti cambiamenti a livello psicologico. I due pesci pagliaccio, infatti, si comportano esattamente come durante la vicenda di “Alla ricerca di Nemo”, soprattutto Marlin che ora deve tenere a bada non solo suo figlio, ma anche Dory. L’effetto che la ragazza ha sui suoi amici è, però, molto visibile quando il gruppo si distacca. Nemo, per risolvere la situazione, continua a ripetere al padre di comportarsi come farebbe Dory. E questo li salverà, rendendo il trio ancora più stabile e creando un legame nuovo che va oltre il dover controllare la pesciolina per evitare le succeda qualcosa.

Dory è il nucleo del film: il personaggio principale che evolve. All’inizio del film si capisce subito quanto sia maturata e cresciuta, tenendo testa a Marlin affinché la aiuti a trovare i suoi genitori. La sua maturità, forse, deriva anche dal ricordare gli insegnamenti di quando era piccola, che la aiuteranno a restare calma e a gestire anche le situazioni più difficili. Dall’inizio alla fine, la si vede combattere contro le peripezie che la sua malattia le comporta, aumentare di autostima e autocontrollo e crescere. E’ lei che, con il suo sangue freddo e la fiducia nei suoi amici e nelle sue capacità, riesce a salvare tutti e a riunire i suoi cari.

Hank è una delle new entry del film, un polpo in grado di mimetizzarsi. Egli cercherà di stringere un patto con Dory: lui l’avrebbe aiutata a trovare il padiglione dei suoi genitori in cambio della targhetta che la costringeva, ingiustamente, a stare nel padiglione della quarantena. Scoperta poi la malattia di Dory, Hank cercherà di imbrogliarla ma, durante il viaggio tra le vasche dello zoo, finirà per affezionarsi a lei, finendo per aiutarla davvero sia all’interno, che all’esterno dello zoo, rinunciando a quelle che erano le sue aspettative di solitudine per un futuro migliore, in cui non pensava di poter credere.

Alla ricerca di Dory

Destiny, seconda new entry, amica d’infanzia di Dory, è colei che le ha insegnato a parlare il balenese attraverso le condotte dell’acquario. E’ un personaggio molto positivo, che crede in Dory e nei suoi amici. Anche lei deve fare i conti con un problema fisico: è miope e fa fatica a nuotare senza andare a sbattere. Grazie all’incoraggiamento del gruppo e all’aiuto del suo amico beluga, riuscirà a raggiungere Dory e ad aiutarla nel finale del film.

Bailey è il beluga vicino di vasca di Destiny. Convinto di essere malato e di non sapere usare il suo localizzatore, dovrà affrontare un viaggio psicologico per sbloccare questo suo problema, in modo da poter aiutare gli altri ad orientarsi senza perdersi all’interno del parco. Purtroppo non è stato spiegato da cosa derivi il suo blocco mentale, che però, sempre grazie al lavoro di squadra, riuscirà a superare.

Personaggi con una minima utilità sono i leoni marini, tra cui Gerard che, più che divertente, ho trovato molto superfluo.

La sceneggiatura

Il film è costruito alternando scene del presente a flashback della vita di Dory, che la guideranno nella ricerca. I flashback ritraggono sia i suoi genitori, che paesaggi che ha attraversato, che scene di vita quotidiana vissuta e lezioni che ha imparato. In tutto il film abbiamo scene estremamente divertenti e stupide che vengono rapidamente susseguite da scene molto profonde, di litigio, di insicurezza, di incoraggiamento, di allontanamento e comparsa di nuovi ostacoli.

Quest’alternanza, però, non diventa noiosa come quella di “Alla ricerca di Nemo”, ma ti lascia col fiato sospeso ad ogni avvenimento, coinvolgendo lo spettatore con parole, dialoghi e ironia nettamente superiori di livello.

In più, questa volta, i personaggi negativi sono veramente pochi: una scelta ottima dal punto di vista tematico e morale. Il film punta tutto sul destino, sugli imprevisti, sulle difficoltà delle casualità e sul come non bisogna lasciarsi abbattere dalle proprie debolezze. Gli unici limiti, siamo noi stessi. Ma, con il lavoro di squadra, tutto si supera. Alla fine il gruppo vince sempre, ed è questo uno dei valori di questo film. Ogni volta che uno dei personaggi si trova bloccato a causa dei suoi problemi, l’altro arriva sempre ad aiutarlo nelle sue difficoltà, creando uno scambio continuo di sostegno e solidarietà. Ed il modo in cui tutti questi temi sono rappresentati in “Alla ricerca di Dory” li rende ancora più belli e più importanti.

Visto che ora Nemo lo abbiamo trovato e Dory anche… dovremmo mai ritrovare anche Marlin?

Bonus – contiene spoiler

Ma quanto avete riso nella scena del camion, quando stanno precipitando e, dal nulla, inizia a suonare What a Wonderful World? No perché io sono morta. Letteralmente.

Secondo voi ci sarà un possibile futuro amoroso per Hank e Dory? Fateci sapere tutte le vostre considerazioni riguardo Alla Ricerca di Dory qui nei commenti 😉

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Gianluca Fiamma
Fingo di non aver compiuto trent'anni da un po'. Da oltre dieci anni racconto il mondo nerd ed esploro la cultura POP. Ho studiato narratologia e sceneggiatura e sono un appassionato di giochi da tavolo. Lavoro come blogger e marketer per diverse realtà internazionali.

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