Con Avengers: Endgame, ventiduesimo film del Marvel Cinematic Universe, si chiude un ciclo iniziato 11 anni con la quale la Marvel è riuscita a tenerci incollati agli schermi sollazzandoci davanti a pellicole di puro intrattenimento, contraddistinte da uno spiccato umorismo, in netto contrasto con l’andazzo DC, e da scene dal grande gusto visivo e carico emotivo. La Casa delle Idee è riuscita, in poco più di un decennio, a confezionare un intero universo cinematografico supereroistico, un’impresa titanica di grande pregio. Ci sono stati alti e bassi, pellicole splendide meritevoli di essere annoverate fra i migliori film di supereroi mai girati, come Guardiani della Galassia 1-2 (sia lode a James Gunn), Captain America: The Winter Soldier e anche l’ultimo Captain Marvel, e film molto sottotono, come Thor: The Dark World, nonostante il generale apprezzamento. Poi c’è stato Avengers: Infiniy War, che con una semplice sequenza è riuscito a sovrastare il carico emotivo di tutti i film precedenti, nonostante tanti piccoli difetti.

Infine, con un’operazione strategica e di marketing suntuosa, i fratelli Anthony e Joe Russo hanno confezionato l’ultimo capitolo del Marvel Cinematic Universe, una pellicola che si prefiggeva essere il più grande esempio di cinema di Casa Marvel, un’apoteosi di epicità e bellezza superiore a tutti i precedenti film; e, invece, è stato un disastro.

Sbirciando anche solo per pochi istanti sul web, ci si immerge in una rete che condivide uno spassionato e infervorante entusiasmo per un film proclamato a gran voce come capolavoro, di quelli con la C maiuscola. “Un’eccellenza, il più grande successo Marvel, una film carico di patos e dalla scrittura sublime.”

Mi spiace, ma così non è.

Avengers Endgame è un brutto film di supereroi; è un brutto film sui viaggi nel tempo; è un brutto film Marvel;

è proprio un brutto film.

Avengers Endgame

“Ma come, ma se a tutti è piaciuto tantissimo non è che sei te a non capire niente?”

Potrebbe anche essere, ma viviamo in una società che, come racconta Zerocalcare, riesce a farsi piacere anche cose discutibili come La Casa di Carta e Elite e che assegna 7 nomination ai Premi Oscar a Black Panther. Certo non sarò Gian Luigi Rondi, Gianmaria Tammaro, Claudio Bisoni o Giorgio Viario, ma qualche studietto l’ho fatto anche io e un po’ di consapevolezza cinematografica la posseggo.

Ma allora perché Endgame è un brutto film?

I fratelli Russo, registi della pellicola, assieme a Christopher Markus e Stephen McFeely, sceneggiatori di lunga data in Casa Marvel, hanno la grande colpa di aver scritto e girato un film parodia di sé stesso, una caricatura dei film Marvel per nulla coerente con quello che in realtà sarebbe dovuto essere l’ultimo capitolo dei Vendicatori. Ci avevano lasciati con una serie di scene struggenti, creando un’atmosfera drammatica straziante, salvo poi riprendere, in questo capitolo, con un totale cambio di rotta, immergendoci nella visione di un film tristemente caricaturizzato, infantile ed ironico, che prova a spremere e condensare tutto ciò che è stato Guardiani della Galassia in un susseguirsi di scene imbarazzanti e demenziali che raggiungo livelli di disagio alla fan fiction.

E mentre la metà di tutte le creature viventi sparisce nel nulla, annichilite dallo schiocco di dita di un folle Titano, i registi cercano di farci ridere, creando siparietti ironici che strappano risate ai più piccoli (e ai più infantili), nella costruzione di un’atmosfera per nulla coerente al primo capitolo finale. Questo film sarebbe dovuta essere la grande conclusione, il capitolo che chiude una serie che ha tenuto gli appassionati incollati al grande schermo per 11 lunghi anni. E invece si è trasformato in un film cazzaro per bambini.

Personaggi Avengers Endgame

Christopher Markus e Stephen McFeely non hanno saputo sfruttare i grandiosi personaggi che avevano fra le mani, scritturando delle stupide macchiette che per tutto, o quasi, il film rappresentano la parodia di sé stessi. I più grandi eroi della terra, e non solo, trasformati in imbarazzanti caricature che possono piacere solo ad un pubblico giovane alla prima visione di un film Marvel. La sensazione che permane per tutto il film è proprio l’intenzione di voler divertire lo spettatore attraverso gli stratagemmi più imbarazzanti e faciloni. Le prime due ore, infatti, altro non sono che un lungo, piatto e lineare filmetto mal scritto, che annoiano lo spettatore e dissacrano personaggi quali Hulk e Thor, scomodando addirittura Il Grande Lebowsky, con citazioni sforzate, incoerenti ed eccessive. Le prime ore scorrono terribilmente lente, soffrendo di una trama piuttosto diluita e, soprattutto, di una sceneggiatura mal scritta, incapace di creare patos ed emozione. Le scene epiche che avrebbero dovuto costellare questo film si contano infatti sulla mano di un monco.

Cara Marvel, questa volta hai sbagliato

La Marvel non ha avuto coraggio.

Non ha avuto il coraggio di fare un passo avanti, di spingersi oltre ed ambire a qualcosa di più che un semplice cinecomic. Ha fatto tanti passi indietro rispetto a Infinity War, scegliendo di calcare la mano su tutto ciò che lo spettatore voleva vedere e su tutto ciò che avevano constato essere vincente nei precedenti film: il sarcasmo. Non ha voluto provare a fare un bel Film, ma solo ad accontentare lo spettatore medio. La Marvel ha scelto la strada più semplice, ma anche quella sbagliata. Endgame è un film paraculo, che mediante tutti gli stratagemmi più semplici tenta di non sbagliare.

Tony Stark Avengers Endgame

La scrittura stessa evidenzia grosse lacune e una povertà di fondo che evidenziano la mancanza di coraggio e di sforzo degli sceneggiatori e la presenza della Disney sicuramente non aiuta. Tutto troppo lineare, piatto ed anonimo. Troppo semplice e ricco di elementi narrativi da fan fiction amatoriale. Eppure, nella sua semplicità, riesce comunque ad essere costellato da errori di scrittura, buchi narrativi pesanti e tante, troppe cose che non tornano.

Tutto da buttare? No, ma quasi.

Inutile affermare come i character designer abbiano saputo dare alla luce una Captain Marvel iconica e sublime, alla quale si devono l’80% delle scene epiche, emozionanti e ben realizzate di questa pellicola, nonostante ancora una volta gli sceneggiatori non siano stati in grado di sfruttarla a dovere. Il personaggio di Brie Larson è il tipico bad-ass overpower che riesce ad essere carismatico ed epico a prescindere dalle capacità attoriali dell’attrice. Va spezzata una lancia anche a favore dello scontro finale, la guerra fra i Vendicatori Uniti e Thanos. Eppure, anche qui manca di epicità e bellezza. Certo, l’inizio è sicuramente la scena più meravigliosamente epica realizzata in un film Marvel e qualche scena elettrizzante e divertente ci è stata regalata. Il risultato, però, non eccelle, nonostante in rete si leggano dichiarazioni di fan accorati che ritengono Avengers: Endgame un film migliore de Il Signore degli Anelli Il Ritorno del Re (leggi la classifica dei più bei film fantasy).

Scena guerra Avengers Endgame

Il Fosse di Elm è Cinema, questo no.

Avrei forse preferito avere uno Spielberg alla regia, che con molto meno ha saputo creare, in Ready Player One, una sequenza di guerra fantascientifica eccellente, dalla regia tecnicamente chiara e perfetta, la cui epicità è trascinante e sconvolgente, come sarebbe dovuto essere in Endgame, e come invece non è stato.

La noia ha ucciso l’emozione

L'”unico” reale difetto di questa pellicola è che, se non per qualche eccezione, manca di patos. Nessun brivido, nessun batticuore, nessun effetto wow. Tutto prosegue nel modo più piatto possibile e anche quelle scene eclatanti che sarebbero dovute risultare estremamente cariche dal punto di vista emotivo, non strappano né una lacrima né un batticuore.

Tutto troppo diluito, piatto e ridicolo e incapace di creare reali emozioni. Peccato, ci credevo davvero!

RASSEGNA PANORAMICA
Recitazione
Regia
Sceneggiatura
Fotografia
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Gianluca Fiamma
Fingo di non aver compiuto trent'anni da un po'. Da oltre dieci anni racconto il mondo nerd ed esploro la cultura POP. Ho studiato narratologia e sceneggiatura e sono un appassionato di giochi da tavolo. Lavoro come blogger e marketer per diverse realtà internazionali.
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