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Amagi Brilliant Park: Recensione dell’anime

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Amagi Brilliant Park recensione

“Ti amo, diamine, sono così romantico che mi sposerei da solo”.

Amagi Brilliant Park (Amagi Buririanto Pāku) è un anime andato in onda nel 2014 prodotto dallo studio  Kyoto Animation e diretto da Yasuhiro Takemoto. E’ composto da tredici episodi ed un OAV (Non c’è tempo per rimanere rilassati!), benché in realtà il tredicesimo episodio si potrebbe paragonare anch’esso ad un OAV, visto che tratta di vicende successe dopo la conclusione della trama principale.

La serie anime è trasposta da una serie di light novel scritta da Shōji Gatō e illustrata da Yuka Nakajima. Oltre che come anime, la light novel è stata adattata anche in tre manga, la cui serializzazione è iniziata nel 2014.

Trama

Il protagonista è Seya kanie, un narcisista e perfezionista, convinto di essere il migliore nella scuola e nella vita, il quale viene forzato da Isuzu Sento ad scire con lei. Ritrovatosi costretto ad accettare l’appuntamento, si troverà a dover visitare il fatiscente parco divertimenti Amagi Brilliant Park. Ed è in questo momento che la storia inizia davvero.

Egli, infatti, non si trova lì per un appuntamento romantico, ma per un appuntamento di lavoro. Il direttore del parco, Latifah Fleuranza, a seguito di una predizione fatta dall’oracolo del suo mondo, ha deciso di incontrare Seiya per convincerlo ad assumere le redini del parco che rischia di chiudere.

L’unico modo per evitare la chiusura, è quello di raggiungere i 250 mila visitatori entro tre mesi.

Seiya si lascerà convincere solo dopo aver compreso l’importanza della funzione del parco divertimenti: questo luogo è, infatti, un centro di raccolta dell’Animus, linfa vitale dei suoi lavoratori e dei suoi abitanti, provenienti dal mondo delle Terre dell’Acero.

Oltre agli sforzi per attirare nuovi clienti ed evitare la bancarotta, Seiya dovrà fare i conti anche con un mistero più grande.

Recensione di Amagi Brilliant Park

Da un’anime di tredici episodi come Amagi Brilliant Park non ci saremmo mai aspettati una grafica di così alto livello. Le immagini sono dettagliatissime, i colori brillanti e le ambientazioni sono molto realistiche, anche quando si ritrovano ad illustrare paesaggi mitici e fantastici.

I doppiatori si adattano perfettamente ai personaggi loro assegnati, diventando quasi un tutt’uno con loro, non deludendo le nostre aspettative.

I nomi dei personaggi sono nomi appartenuti a persone realmente esistite – il nome di Kanie Seiya deriva da quello di Kanie West, Isuzu Sento da quello di 50 cent e così via, elemento che rende già di per se più simpatico e coinvolgente l’anime.

I brani sono molto pochi ma azzeccati per le scene. Non sono musiche invasive, quindi è gradevole averle di sottofondo. Eccetto una canzone, che ho trovato estremamente snervante, ovvero quella della scena del karaoke.

Personaggi

Il protagonista è Seiya Kanie che, come abbiamo già detto, è innamorato di se stesso. Questo atteggiamento lo porta ad essere odiato dagli altri e rimanere solo ma, nonostante questo, egli non ha la minima intenzione di rinunciare al suo orgoglio, tratto caratteristico che lo accompagnerà fino alla fine dell’anime. E’ dotato di un forte spirito di coordinazione, ma anche di iniziativa, cosa che lo rende adatto al comando. Riesce, però, anche a dimostrare il suo lato tenero, soprattutto nei confronti della piccola Latifah. Nel corso dell’anime si ritroverà a crescere molto e a confrontarsi con realtà totalmente diverse dalle sue, che affronterà senza tirarsi mai indietro.

La coprotagonista è Isuzu Sento, generale delle Terre dell’Acero e protettrice della principessa Latifah. Lei è la vice di Seiya che lo aiuterà in tutti i modi possibili, finendo per innamorarsi di lui. Uno dei tratti caratteristici di questo personaggio è la sua difficoltà a gestire le persone, trattandole come se fossero soldati e non esitando un attimo a minacciarli col suo fucile. Ha un carattere molto forte e nasconde bene le sue reali emozioni, soprattutto quando si parla della possibile chiusura del parco. Questo aspetto non verrà a mancare neanche quando un’incantesimo cercherà di farle dire ogni volta ciò che pensa.

La principessa Latifah è il personaggio su cui è basato il parco divertimenti. Purtroppo qualsiasi tipo di descrizione su di lei potrebbe essere uno spoiler. Possiamo dirvi che necessita più di tutti di rimanere all’interno del parco e di assorbire Animus – come gli altri personaggi. La sua abilità speciale è quella culinaria; è infatti una maestra nell’arte delle crocchette di patate e saranno queste a permetterle di incontrare Seiya.

Le tre mascotte principali del parco sono Moffle, Tiramy e Macaron, rispettivamente un topo, un gatto e una pecora. Questi sono tre fate, ognuno con qualità differenti: Moffle è la fata dei dolci, Tiramy dei fiori e Macaron della musica. Uno degli aspetti divertenti di questi personaggi è il loro modo di parlare, che viene associato al verso dell’animale che rappresentano. Questi aiuteranno Seiya nel riavvio del parco.

Amagi Brilliant Park recensione
Amagi Brilliant Park recensione

Commento finale

Amagi Brilliant Park è un mix di generi: si va dal sentimentale al comico, dall’azione alla fantasia. Non manca di trattare tematiche più serie, come la difficoltà nel gestire le relazioni, di riuscire a creare dei legami, soprattutto con persone provenienti da un paese diverso e di conciliare la vita studentesca con quella lavorativa.

Non mancano le risate, l’imbarazzo per le situazioni in cui saranno coinvolti i personaggi e l’ansia ogni volta che finisce la giornata e bisogna fare il conteggio dei visitatori.

La storia è estremamente coinvolgente. Lo spettatore sarà coinvolto in più vicende e avvenimenti del parco: l’elementario disastrato, la scoperta di nuove attrazioni e zone del parco, personaggi in fuga dal mondo dell’acero che cercheranno riparo nel parco e altri provenienti dal mondo reale che cercheranno di farsi assumere da Seiya.

Insomma, vi ritroverete a vivere nell’Amagi Brilliant Park.

Tuttavia, il penultimo episodio dell’anime lascia a desiderare, cercando di concludere le cose in modo felice, ma sbrigativo, quando si poteva pensare a una seconda stagione per risolvere la situazione di Latifah in maniera più completa e credibile.

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