Made in Abyss (Meido in Abisu) è un anime di genere shonen/fantasy tratto dalla serie manga omonima, la quale è stata pubblicata nel 2012 online dal suo scrittore e disegnatore Akihito Tsukushi, giunto al nono takobon e edito, in italia, da J-Pop. La serie tv anime è composta da una prima stagione di 13 episodi, è completa ed è disponibile sulla piattaforma di streaming gratuita VVVVID e anche su Netflix.
Trama dell’anime
La trama gira attorno a Rico, una bambina che aspira a diventare un’esploratrice di livello avanzato. Rico vive, assieme ad altri esploratori, in un orfanotrofio sull’orlo dell’Abisso. E’ qui che, scendendo i profondità, questi piccoli minatori raccolgono reliquie e cimeli, aspirando a salire di livello per scendere ancora di più nelle profondità di questa voragine “mistica”.
Un giorno, mentre la bambina stava cercando delle reliquie, viene attaccata da una delle strane creature che vivono nell’Abisso. A salvarla è un robot – Reg – che, in stato di amnesia, non ricorda chi sia ne perché si trovi lì.
Una cosa è certa: Reg viene dalle profondità dell’Abisso, dove la madre di Rico si è diretta molti anni prima per una delle tante esplorazioni e non è più tornata.
Per svelare i misteri dell’Abisso, della sua maledizione, di Reg e della madre di Rico, i due protagonisti iniziano la discesa verso l’ignoto.
Recensione di Made in Abyss
Sono arrivata all’episodio sei, ed ecco cosa posso dirvi fino ad ora:
La trama, che vi ho spiegato brevemente e senza spoiler qui sopra, sembra molto carina e promette un buon sviluppo.
I misteri dell’Abisso sono numerosi, così come lo sono quelli che circondano Reg, Rico e sua madre. Siamo arrivati al sesto episodio e i due hanno appena iniziato a discendere l’Abisso.
In questi sei episodi sono stati delineati bene i personaggi, le loro motivazioni e gli elementi principali della trama che, da come si capisce, ne celano di secondari.
Ho paura che il tempo rimasto non sia sufficiente a sviluppare in modo efficiente tutti gli input che ci sono stati dati fino ad ora. Spero che, in sette episodi, riescano a darci un finale esaustivo e degno delle aspettative che ho per questo anime, evitando di divagare su altri personaggi secondari – del tutto inutili al fine della trama – e concentrarsi sui colpi di scena senza protrarli troppo a lungo. Staremo a vedere.
Come dicevo, i personaggi principali sono ben delineati. I loro scopi e fini sono chiari e sono consci degli ostacoli che incontreranno.
Tuttavia la protagonista non sembra avere dei talenti o delle capacità che la fanno spiccare, facendola sembrare avventata e pronta a dipendere da Reg.
Egli, d’altro canto, in stato di amnesia non sa ancora bene cosa può fare e quali sono le sue funzionalità. Per salvarla dai pericoli deve, dunque, interrogarsi e scoprire se stesso. Un viaggio mentale che rende molto bene.
Passiamo ora ad uno degli aspetti più importanti degli anime: i disegni.
Visto che sono bambini (hanno tutti meno di 15 anni), i personaggi sono rappresentati in versione chibi. Non sono esagerati, anzi, sono piuttosto gradevoli da guardare e ci si abitua subito. Se per voi questo è un problema, potete rifarvi con l’ambientazione: tra il fantasy e lo steampunk, con foreste sottosopra, creature fantastiche, e gingilli stravaganti. Vi teletrasportano diretti in un altro mondo e sono ben realizzate.
Unica pecca di Made in Abyss è la sigla, che ho ascoltato una sola volta – a fatica – per poter scrivere in questa recensione quanto sia effettivamente pessima.
Però, nel primo episodio, c’è una canzone in inglese che accompagna la scoperta di Reg da parte di Rico che è stupenda. Lenta e un po’ malinconica, forse stona un po’ con il carattere forte e deciso dei protagonisti, ,a splendida.
Aspetterò il prossimo episodio e vi terrò aggiornati con una recensione più completa al termine dell’anime. Se volete scoprire altre letture o altre serie da seguire fate un salto sulla categoria anime, dove troverete tante news e recensioni interessanti.
Purtroppo sarà impossibile avere un finale soddisfacente, in quanto il manga è ancora in corso e probabilmente la serie coprirà solo i primi 3 volumi (su 6 usciti), ed ahimè dubito che faranno una seconda stagione, anche se meriterebbe. Spero a ‘sto punto almeno che qualcuno porti il manga in Italia, perché merita parecchio!
PS: a me la sigla iniziale non dispiace troppo, anche se suppongo sia questione di gusti!
Direi che ha avuto un buon impatto sul pubblico e spero che questo convinca i creatori a darci una seconda serie. Però si, merita tanto.
Per quanto riguarda il portare i manga in Italia, dobbiamo considerare che il nostro paese non ha una cultura molto forte – anche se crescente – in questo senso, quindi la vedo molto dura.